Eravamo nemici..dalla padania all'amore. TERZA PARTE : La Coppola.
«Dell'Utri chiese a Bontade venti miliardi da girare a
Berlusconi che si trovava in difficoltà economiche»
Così il Biscione si mise la coppola
Rapisarda: quei soldi servivano per acquistare
film e programmi. La Fininvest: tutto falso
ROMA
Un incontro a Parigi, nel 1980, tra Marcello Dell'Utri, Stefano Bontade e Filippo Alberto Rapisarda, nel corso del quale Dell'Utri chiese a Bontade, allora al vertice di Cosa Nostra, 20 miliardi da girare a Berlusconi, in difficoltà economica. Lo avrebbe rivelato ai magistrati di Palermo lo stesso Rapisarda, secondo quanto scrive "L'Espresso" in un articolo che sarà pubblicato sul prossimo numero e di cui è stato anticipato il testo. «Rapisarda - scrive il settimanale - dopo un primo interrogatorio dell'estate del '96 in cui aveva sostenuto che Bontade gli parlò, nel 1979, di 10 miliardi richiesti da Berlusconi e Dell'Utri alla mafia palermitana per entrare in società nel nascente Canale 5, si è presentato in procura il 6 ottobre 1997». Rapisarda ricostruisce quindi l'incontro con Bontade e Dell'Utri e la richiesta dei 20 miliardi, quasi 80 miliardi ai valori di oggi: «Con quei soldi - sostiene il finanziere siciliano, che non è un pentito, sottolinea "l'Espresso", - il gruppo Biscione avrebbe acquistato diritti televisivi di film e programmi da ritrasmettere sulla sua tv commerciale». Il settimanale scrive quindi che sono cominciati i controlli sui documenti, «partendo da quelli sequestrati alla Parmafid, una fiduciaria milanese cui fa capo il capitale sociale della Fininvest».La Parmafid ha sostanziali partecipazioni nelle 23 Holding Italiane, cui fa capo il capitale sociale della Fininvest. «La Parmafid però - continua ancora "L'Espresso" - non veniva utilizzata solo da Berlusconi. La fiduciaria aveva anche altri clienti, tra cui gli imprenditori milanesi Joe Monti e Antonio Virgilio, due colletti bianchi al centro dell'inchiesta Pizza Connection, assolti dalle accuse di mafia da una provvidenziale sentenza dell'ex presidente della prima sezione della Cassazione Carnevale. Così a partire dal 1997 gli investigatori della Dia hanno ricostruito gli acquisti di pacchetti di film avvenuti negli anni incriminati. Tutti contratti - scrive sempre il settimanale - conclusi a colpi di miliardi di ignota provenienza». "L'Espresso" ricorda poi che i legali di Berlusconi si sono opposti alla consultazione dei libri contabili delle Holding Italiane sostenendo che si tratta del capitale personale di Berlusconi, e che quindi bisogna chiedere l'autorizzazione al Parlamento. «È inaudito e indegno di uno Stato di diritto che in pieno svolgimento di processo certa stampa debba conoscere verbali di interrogatori tenuti nascosti alla difesa». Lo afferma in una nota il collegio difensivo dell'onorevole Marcello Dell'Utri a proposito delle anticipazioni dell'Espresso. «Le rivelazioni del Rapisarda, per quanto frammentariamente concessoci dalle Agenzie - proseguono i legali - sono state smentite dalle acquisizioni finora compiute, e costituiscono solo la conferma della dedizione alla menzogna di tale soggetto, ancora in debito di gratitudine per la archiviazione della sua posizione da parte della Procura palermitana». «Al fine di sgomberare il campo da ulteriori equivoci» gli avvocati di Dell'Utri ribadiscono che «i colleghi difensori dell'onorevole Berlusconi si sono opposti, per doveroso rispetto alle prerogative del loro cliente, al sequestro di atti comunque estranei agli acquisti cui si riferisce il Rapisarda, in ogni caso prestandosi alla esibizione degli stessi alla Autorità giudiziaria, a riscontro della assoluta trasparenza delle operazioni finanziarie riferibili alla holding». E la Fininvest smentisce in una nota «di aver avuto relazioni finanziarie o di qualunque altro tipo con personaggi come Bontade o Rapisarda per l'acquisto di diritti televisivi o per altre operazioni».
Un incontro a Parigi, nel 1980, tra Marcello Dell'Utri, Stefano Bontade e Filippo Alberto Rapisarda, nel corso del quale Dell'Utri chiese a Bontade, allora al vertice di Cosa Nostra, 20 miliardi da girare a Berlusconi, in difficoltà economica. Lo avrebbe rivelato ai magistrati di Palermo lo stesso Rapisarda, secondo quanto scrive "L'Espresso" in un articolo che sarà pubblicato sul prossimo numero e di cui è stato anticipato il testo. «Rapisarda - scrive il settimanale - dopo un primo interrogatorio dell'estate del '96 in cui aveva sostenuto che Bontade gli parlò, nel 1979, di 10 miliardi richiesti da Berlusconi e Dell'Utri alla mafia palermitana per entrare in società nel nascente Canale 5, si è presentato in procura il 6 ottobre 1997». Rapisarda ricostruisce quindi l'incontro con Bontade e Dell'Utri e la richiesta dei 20 miliardi, quasi 80 miliardi ai valori di oggi: «Con quei soldi - sostiene il finanziere siciliano, che non è un pentito, sottolinea "l'Espresso", - il gruppo Biscione avrebbe acquistato diritti televisivi di film e programmi da ritrasmettere sulla sua tv commerciale». Il settimanale scrive quindi che sono cominciati i controlli sui documenti, «partendo da quelli sequestrati alla Parmafid, una fiduciaria milanese cui fa capo il capitale sociale della Fininvest».La Parmafid ha sostanziali partecipazioni nelle 23 Holding Italiane, cui fa capo il capitale sociale della Fininvest. «La Parmafid però - continua ancora "L'Espresso" - non veniva utilizzata solo da Berlusconi. La fiduciaria aveva anche altri clienti, tra cui gli imprenditori milanesi Joe Monti e Antonio Virgilio, due colletti bianchi al centro dell'inchiesta Pizza Connection, assolti dalle accuse di mafia da una provvidenziale sentenza dell'ex presidente della prima sezione della Cassazione Carnevale. Così a partire dal 1997 gli investigatori della Dia hanno ricostruito gli acquisti di pacchetti di film avvenuti negli anni incriminati. Tutti contratti - scrive sempre il settimanale - conclusi a colpi di miliardi di ignota provenienza». "L'Espresso" ricorda poi che i legali di Berlusconi si sono opposti alla consultazione dei libri contabili delle Holding Italiane sostenendo che si tratta del capitale personale di Berlusconi, e che quindi bisogna chiedere l'autorizzazione al Parlamento. «È inaudito e indegno di uno Stato di diritto che in pieno svolgimento di processo certa stampa debba conoscere verbali di interrogatori tenuti nascosti alla difesa». Lo afferma in una nota il collegio difensivo dell'onorevole Marcello Dell'Utri a proposito delle anticipazioni dell'Espresso. «Le rivelazioni del Rapisarda, per quanto frammentariamente concessoci dalle Agenzie - proseguono i legali - sono state smentite dalle acquisizioni finora compiute, e costituiscono solo la conferma della dedizione alla menzogna di tale soggetto, ancora in debito di gratitudine per la archiviazione della sua posizione da parte della Procura palermitana». «Al fine di sgomberare il campo da ulteriori equivoci» gli avvocati di Dell'Utri ribadiscono che «i colleghi difensori dell'onorevole Berlusconi si sono opposti, per doveroso rispetto alle prerogative del loro cliente, al sequestro di atti comunque estranei agli acquisti cui si riferisce il Rapisarda, in ogni caso prestandosi alla esibizione degli stessi alla Autorità giudiziaria, a riscontro della assoluta trasparenza delle operazioni finanziarie riferibili alla holding». E la Fininvest smentisce in una nota «di aver avuto relazioni finanziarie o di qualunque altro tipo con personaggi come Bontade o Rapisarda per l'acquisto di diritti televisivi o per altre operazioni».
Etichette: Così il biscione di mise la coppola - 10 Luglio 1998
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