Eravamo nemici..dalla padania all'amore. OTTAVA PARTE: La SCELTA.
Il Parlamento mette alle strette l'azzurro
La questione del conflitto d'interessi è tornata prepotentemente d'attualità dopo la formazione del governo D'Alema. L'Udr ne ha fatto il suo principale cavallo di battaglia e punta a ridimensionare l'influenza dell'impero Mediaset, sottraendo a Berlusconi almeno una delle tre reti attualmente a sua disposizione.Il nuovissimo piano per le frequenze, che è stato presentato nei giorni scorsi, prevede che un privato non possa detenere più del 20 per cento delle emittenze. In questo modo, per dare attuazione alla disposizione normativa, Berlusconi sarà costretto a mandare sul satellite, o a cedere ad altri, una delle sue tv, presumibilmente Rete 4. E la situazione del Cavaliere è resa ancora più difficile dal presidente onorario dell'Udr Francesco Cossiga, che non perde occasione per condannare quella che definisce un'anomalia pericolosa per la democrazia e per invocare una nuova e più equa legge sul conflitto d'interessi. Ieri su questo tema si è registrata un'altra valanga di posizioni ufficiali di leader politici. Dopo che inaspettatamente era stato proprio il senatore Di Pietro a difendere il Cavaliere dagli attacchi del Picconatore, a tornare sull'argomento ci ha pensato Angelo Sanza, coordinatore della segreteria dell'Udr, che ha definito «strana e inquietante» l'uscita pro-Berlusconi dell'ex pm e ha ricordato i precedenti nei rapporti tra i due, a cominciare dalla visita di Di Pietro ad Arcore, dall'offerta di Berlusconi di nominarlo ministro dell'interno e dell'offerta, da parte di Giulio Tremonti e sempre all'ex pm, di uno speciale ufficio investigativo, che poi, aggiunge Sanza, gli fu negato per la ferma opposizione dell'allora ministro della Giustizia, Filippo Mancuso.Più conciliante, ma non per questo arrendevole, l'atteggiamento di Rocco Buttiglione, altro esponente dell'Udr, che lega il conflitto di interessi alle vicende politiche: «Per tre anni - ricorda Buttiglione - abbiamo lavorato con Berlusconi cercando di convincerlo a venire al centro, a risolvere il conflitto di interessi, che è poi questo: un partito che fa blocco con un preciso insieme di interessi privati. Perciò, quando Cossiga invitava Berlusconi a sciogliere Forza Italia, voleva sottolineare: facciamo insieme un grande partito del centro che sia, come gli altri partiti europei, un partito di cittadini, non di un uomo solo. Purtroppo - conclude Buttiglione - finché questo non avviene, la politica italiana rimarrà bloccata».Batte sul tasto del conflitto di interessi di Berlusconi pure il sottosegretario alle telecomunicazioni Vincenzo Vita, che ieri ha sottolineato come sia «importante che si approvi un disegno di legge: va evitato è un lungo dibattito senza una nuova legge». «C'è un disegno di legge già votato alla Camera e ora al Senato - ha aggiunto Vita -. Si può migliorare, ma l'importante però è che si approvi un disegno di legge». Quanto alla Rai, Vita ha detto che «è indispensabile che essa sia un po' ripensata come servizio pubblico, anche se l'obiettivo è arrivare a un sistema privato con non più di due reti a soggetto».
Etichette: Imprenditore o politico è il momento della scelta - Chiara Garofano - 8 Novembre 1998
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