Berlusconi Contestato....PUNTO DUE!!!!
Lo champagne s'avvicina ed una cena si farà!!
P.s. vediamo se silvio darà colpa a qualcun'altro sta volta...
Etichette: Berlusconi contestato....PUNTO DUE.
Libero spazio dove scrivere e pensare.
Etichette: Berlusconi contestato....PUNTO DUE.
Etichette: Berlusconi contestato...punto
Etichette: a zoccole da cristiano.
Etichette: i soldi del calcio? a puttane..
Etichette: La Fininvest è nata da Cosa Nostra - Matteo Mauri - 27 Ottobre 1998
Bossi su Berlusconi: «Il suo fine era quello di
distruggere la Lega. Voleva comprarci tutti quanti»
«Parla meneghino ma è di Palermo»
«Silvio venga da me, così gli spiego perché nel '94 l'ho silurato»
Etichette: Silvio riciclava i Soldi della Mafia - 7 Luglio 1998
Par Condico Ante Litteram: drastico decreto del ’57
C’è una legge inapplicata: Berlusconi è ineleggibile
di Davide Caparini - Deputato Lega Nord
Il tema della par condicio di accesso ai mezzi di comunicazione è strettamente collegato al conflitto d’interesse che in questo modo ritorna alla ribalta. Infatti la maggioranza promette di approvare in via definitiva le norme varate in prima lettura dalla Camera dei deputati nell’aprile 1998. Una soluzione all’acqua di rose frutto della mediazione in un testo unificato della legge Berlusconi, Veltri, allora nei Ds, e quella della Lega da me firmata. Il meccanismo definito imporrebbe nel caso del Cavaliere di affidare le sue proprietà ad un gestore indipendente come da anni avviene nel sistema americano: il Paese nel quale è certamente più ampia e profonda la distinzione effettuata tra le cariche pubbliche e gli interessi personali. La normativa statunitense tende a prevenire situazioni in cui gli interessi privati facenti capo a soggetti titolari di incarichi pubblici possono condizionare l’adozione, la direzione e la portata delle scelte che quei soggetti avrebbero effettuato in assenza di quegli interessi. Ma l’affidamento cieco, questa la traduzione letterale del sistema adottato dalla Camera, mentre può funzionare per i patrimoni finanziari o azionari, si è rivelato del tutto inadeguato per le proprietà industriali. A maggior ragione quando si tratta di aziende operanti nell’editoria televisiva e della carta stampata con una vastissima visibilità ed elevati contenuti propagandistici. È indiscutibile che questa legge sia un primo passo in quanto introduce nell’ordinamento italiano norme a garanzia dei cittadini delimitando gli interessi personali rispetto a quelli pubblici ma è altrettanto evidente che, nel caso di Silvio Berlusconi, non risolva alcunché, lo dimostra il fatto che il Polo l’ha comunque votata senza particolari patemi d’animo. Ma Berlusconi è, e rimane, ineleggibile, come stabilito da una norma del 1957, l’articolo 10 del Dpr n. 361 che dichiara non eleggibili "coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l’obbligo di adempimenti specifici, l’osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o l’autorizzazione è sottoposta". È una norma chiara, equa, nata in tempi non sospetti quando Berlusconi era ancora un cantante di un’orchestrina sulle navi da crociera. Una norma che stabilisce, senza condizionale, che la persona titolare di concessioni statali come quelle che permettono alle tre tv Mediaset di trasmettere non può essere eletta al Parlamento. Ma, come tutti noi sappiamo, Silvio Berlusconi è già stato deputato italiano, parlamentare europeo, presidente del Consiglio ed è palese che nessuno abbia mai applicato questa norma di ineleggibilità in quanto la Giunta per le elezioni ha sempre difeso ad oltranza il diritto dell’eletto di restare in carica. È stata in questo caso fornita un’interpretazione formalistica stabilendo che solo il titolare giuridico delle concessioni, il presidente Confalonieri, non può essere eletto, mentre niente ha da temere Berlusconi, il proprietario di fatto: non è eleggibile "alla concessione ad personam e quindi, se non c’è titolarità della persona fisica, non si pone alcun problema di eleggibilità, pur in presenza di eventuali partecipazioni azionarie". Per risolvere questo amletico dilemma e risolvere l’abnorme stortura basterebbe approvare in Parlamento una leggina che fornisca l’interpretazione autentica della legge del ’57. Una legge depositata alla Camera sia dalla Lega che dai democratici. Berlusconi è ineleggibile, quindi, anche se c’è chi sostiene il contrario dichiarando che il titolo IV, articolo 51, della Costituzione recita "tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza". Vero, quanto è vero che quell’articolo si conclude sancendo "secondo i requisiti stabiliti dalla legge". E quella legge c’è dal 1957.
Etichette: C’è una legge inapplicata: Berlusconi è ineleggibile - Davide Caparini - 25 Novembre 1999
Etichette: Imprenditore o politico è il momento della scelta - Chiara Garofano - 8 Novembre 1998
Etichette: Fu Craxi a spingere Berlusconi in politica - 5 Maggio 1998
Etichette: Un biscione di miliardi in Svizzera - Emilio Parodi - 3 Novembre 1998
Svelato il primo grande segreto di Silvio Berlusconi:
ecco le Holding fantasma del suo impero
Le sedici casseforti occulte
Ruggeri, autore di saggi sul Cavaliere, racconta la clamorosa scoperta
di Max Parisi
Etichette: Le sedici cassaforti occulte - Max Parisi - 29 Settembre 1998
Etichette: Soldi sporchi nei forzieri del Berlusca - 2 Luglio 1998
«Dell'Utri chiese a Bontade venti miliardi da girare a
Berlusconi che si trovava in difficoltà economiche»
Così il Biscione si mise la coppola
Rapisarda: quei soldi servivano per acquistare
film e programmi. La Fininvest: tutto falso
Etichette: Così il biscione di mise la coppola - 10 Luglio 1998
Le gesta di Lucky Berlusca Per salvarlo un plotone di parlamentari, avvocati e giornalisti
|
In realtà, i cosiddetti "guai giudiziari" di Silvio Berlusconi non appartengono tutti al medesimo ceppo (da intendersi come blocco...).Berlusconi infatti, ha molteplici e differenti fronti aperti con la giustizia - più qualcuno appena chiuso con pesanti condanne - che in qualche modo rappresentano, dal punto di vista del codice penale, la sua intera carriera di imprenditore.Andiamo a ritroso. RICICLAGGIO SOLDI DELLA MAFIA Attualmente Silvio Berlusconi è sotto inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Palermo - magistrato delegato alle indagini il sostituto procuratore Domenico Gozzo - per l'ipotesi di reato di riciclaggio di capitali provenienti dalla mafia siciliana, la meglio nota Cosa Nostra. Questa indagine nasce, per così dire, come "costola" del processo in corso sempre a Palermo contro Marcello Dell'Utri, a sua volta accusato di connivenza con questa organizzazione criminale (vedi articolo in pagina).Stando alle scarne informazioni raccolte in ambienti giudiziari palermitani, a dare impulso a quest'azione della magistratura contro il Cavaliere è stato un testimone, Filippo Alberto Rapisarda, potente finanziere siciliano operante a Milano dai primi anni Settanta. Rapisarda - hanno riferito alcuni giornali fra luglio e agosto - avrebbe reso a più riprese testimonianze il cui contenuto sarebbe di estrema gravità. Avrebbe riferito di miliardi ottenuti da Berlusconi dalla "famiglia" (in senso mafioso) dei Salvo, boss di Salemi. Nino e Ignazio Salvo, oggi entrambi deceduti, entrarono nel mirino di Giovanni Falcone già a metà degli anni Ottanta, tanto che vennero rinviati a giudizio nel primo maxi processo alla mafia istruito proprio da Falcone. Nino non fece a tempo a vedere la fine del dibattimento, morì di cancro in un ospedale di Bellinzona, in Svizzera, la notte del 18 gennaio 1986. Ignazio verrà ucciso in un agguato teso da Leoluca Bagarella e altri sicari, tra i quali - pensate - anche Gaetano Sangiorgi, marito di sua nipote, Angela Salvo, la sera del 17 settembre 1992.Ebbene, stando alle dichiarazioni di Rapisarda, sentito - ripeto - in qualità di testimone dalla Procura palermitana, il Cavalier Berlusconi avrebbe ottenuto dai cugini Salvo tramite i "buoni uffici" di Marcello Dell'Utri un ingentissimo capitale.Il "prestito", sempre che si possa chiamare così, sarebbe stato erogato a cavallo tra il 1977 e il 1978, la somma era di 5 miliardi (25 miliardi e 353 milioni di oggi - fonte Istat). Vero, falso? I magistrati, coadiuvati dalla Direzione Investigativa Antimafia e da esperti della Guardia di Finanza, stanno verificando. Sempre quest'estate, la Procura di Palermo ha sequestrato i libri societari delle 22 Holding (Dalla Holding Italiana Prima alla Ventiduesima) che detengono il capitale della Fininvest. Anche in questo caso, sono in corso accertamenti. Soprattutto, si cerca di capire la ragione per la quale Silvio Berlusconi per una larga parte degli anni Settanta e Ottanta fece amministrare in maniera fiduciaria forti quote di queste società-cassaforte alla finanziaria Par.Ma.Fid di Milano, società che contemporaneamente amministrava parte dei beni di pericolosi gangster e finanzieri di mafia operanti all'ombra della Madonnina. Come vedete, al di là delle parole di molti "pentiti", non ultimo Francesco Di Carlo, che ha "narrato" di incontri diretti avvenuti a Milano fra Silvio Berlusconi, Stefano Bontate e Mimmo Teresi, - questi ultimi due all'epoca dei fatti (metà-fine anni Settanta) ai vertici dell'organizzazione mafiosa - c'è ben altro su cui i magistrati vogliono fare chiarezza. E per la verità, anche noi. CORRUZIONE DI MAGISTRATI ROMANI Naturalmente non sono solo questi - come si diceva - i "guai giudiziari" del Cavaliere di Arcore. Ricordate il clamoroso caso Previti, Squillante, Pacifico, Acampora? Ebbene, a Milano i magistrati sospettano fortemente - anzi, hanno carte bancarie in tal senso - che le ingentissime somme "girate" da Cesare Previti ad "amici" magistrati romani (leggermente corrotti...) in realtà provenissero non dai "risparmi" dell'avvocato della Fininvest, bensì dalle tasche di Berlusconi tramite la vasta ragnatela societaria estera nelle sue mani. Anche in questo caso specifico, la posta è altissima. Se venisse dimostrato processualmente il ruolo di "mandante" di Berlusconi nei confronti di Previti, l'impero finanziario del Cavaliere crollerebbe di schianto. In ballo c'è - niente di meno che - la Mondadori, rimasta per un lungo periodo al centro di una ferocissima battaglia legale fra De Benedetti e il Signore della Fininvest.Se Previti agì per corrompere - riuscendoci - i magistrati capitolini che alla fine in effetti diedero "ragione" al Cavaliere, e per farlo usò proprio i soldi del Cavaliere, sarebbe un disastro immane per Silvio. Dal punto di vista economico, si innescherebbe una causa per danni che in pratica lo porterebbe diritto alla rovina, dal punto di vista dell'immagine neanche a parlarne, sotto il profilo strettamente giudiziario poi, nel caso venisse condannato, il reato di corruzione di magistrati ha una rilevanza assai pesante, quanto ad anni di carcere. VIOLAZIONE LEGGI ANTITRUST IN SPAGNA Se questi due eventi giudiziari già bastano per capire quale "futuro" potrebbe aspettare Berlusconi in Italia, c'è da aggiungere che perfino in Spagna i giudici vogliono vederci molto chiaro sulla gestione patrimoniale della televisione impiantata in quella nazione dal signor Fininvest. L'ipotesi al vaglio dei giudici spagnoli circa le "azioni" di Berlusconi è di aver bellamente violato le leggi sia sull'antitrust, sia per ciò che attiene più semplicemente alla tassazione. Tra l'altro, Berlusconi deve prestare la massima attenzione a quello che fa, rispetto la magistratura iberica. Là, l'immunità parlamentare italiana non vale, sia ben chiaro. In ogni caso, questi sono solo i primi nodi che stanno venendo al pettine. CAPITOLO BANCA RASINI Quando qualcuno si prenderà la briga di "aprire" il capitolo Banca Rasini, magari sequestrandone l'archivio tutt'oggi esistente, magari interrogando alcuni dei suoi ex funzionari tutt'oggi in pensione (non al cimitero), e magari anche ponendo qualche domanda a qualcuno degli ex correntisti tutt'oggi facilmente rintracciabili, si scriverebbero pagine davvero inedite della storia di Silvio Berlusconi e famiglia. Certi comportamenti, certa spregiudicatezza, certe amicizie non si inventano dalla sera alla mattina. Bisogna avere dei maestri, e il giovane Silvio di allora ne ebbe più d'uno, nella banca dove lavorò suo padre per vent'anni. E LUI? A tutto ciò, comunque, Berlusconi risponde in maniera scomposta. A chi gli domanda pubblicamente spiegazioni - ad esempio il sottoscritto -, oppone l'ira dei suoi fedelissimi e l'azione dei suoi legali. A chi testimonia presso i magistrati, vedi Rapisarda, querele amplificate da potenti campagne televisive e della carta stampata (tutti mezzi da lui controllati) e infine direttamente ai giudici impressionanti pressioni concentriche a cui portano man forte "legioni" di deputati e senatori di Forza Italia in Parlamento. Di fronte a questo esercito formidabile, che dire? Golia sembrava invincibile. |
Etichette: Le gesta di Lucky Berlusca - Max Parisi - 30 Agosto 1998
Etichette: Berlusconi Mafioso? 11 domande al cavaliere per negarlo. - Max Parisi - 8 Luglio 1998
Etichette: Brunetta, Confindustria